Mentre l’Italia frana parte della classe politica ed alcune rappresentanze del mondo economico, ripropongono l’abolizione dei riferimenti tariffari per i professionisti.

“Mentre l’Italia frana ed i professionisti sono i primi ad accorrere con quello spirito di servizio che è insito nella propria matrice etica, mentre la crisi economica impone quelle scelte strategiche alle quali i lavoratori dell’intelletto danno quotidiane risposte concrete, parte della classe politica ed alcune rappresentanze del mondo economico ripropongono addirittura l’abolizione dei riferimenti tariffari (e non la tariffa minima che già non esiste più) tra le misure necessarie alla risoluzione dei problemi economici.

Ci spieghino quali prospettive di risparmio economico essi individuano in questa drastica ed inutile abolizione e ci spieghino cosa diranno all’Europa, quando essa ci chiederà conto della trasparenza degli affidamenti dei servizi, laddove l’unico riferimento possibile per determinare le soglie per la scelta delle procedure è proprio la tariffa”.

Netto nelle sue affermazioni, Gia Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.    

“Tutto questo mentre in Germania, Paese molto spesso preso a modello di efficienza e di potenza economica, vengono addirittura reintrodotte le tariffe minime per le professioni tecniche – ha proseguito Graziano – a garanzia della qualità dei servizi e delle opere progettate. Se in Germania le tariffe non sono un impedimento allo sviluppo, anzi sono una garanzia, perché in Italia si deve ragionare in maniera opposta.

Ci chiediamo se dopo i riferimenti alle tariffe, non stia per giungere l’ora di abolire anche i riferimenti ai prezziari nelle gare di lavori e forniture, deregolamentando definitivamente un settore in forte crisi, che invece avrebbe bisogno di regole per la ripresa.

Vorrei che tutta la classe politica si esprima in maniera chiara sul futuro dei professionisti, che vivono ormai da tempo un forte disagio economico, del quale non sembra doversi interessare troppo”.

Roma, 28 ottobre 2011

Il Comunicato stampa in pdf