“Geologi? In Canada sì, in Italia no”

Grazie ad un accordo stipulato a Vancouver tra il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Associazione dei Geologi Canadesi si creeranno opportunità di lavoro in Canada per i geologi italiani.

“Questo a testimonianza di quanto siano stimati i geologi italiani all’estero e soprattutto del valore che viene dato alla figura del geologo in altri Paesi. Verrebbe quasi da dire : geologi? In Canada si, in Italia no. Basti pensare che in Italia abbiamo regioni dove sono solo 8 i geologi impiegati negli enti pubblici mentre in Finlandia ci sono ben 8 nuovi posti di lavoro nuovi , ogni anno , per ogni nuovo geologo laureato ma anche nella stessa Germania dove i geologi sono 21.000 ogni anno vengono creati circa 400 nuovi posti di lavoro per i geologi . In Europa ogni anno abbiamo circa 9.000 nuovi posti di lavoro mentre i neolaureati sono 8000. Il mercato , in Europa , c’è”. 

Lo ha affermato Vittorio D’Oriano , Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi .

Dunque geologi Italiani pronti ad espatriare , a lasciare l’Italia ? “Il nostro obiettivo è quello di creare sviluppo in Italia , nel nostro Paese , di restare e di fare in modo che le nuove generazioni possano avere lavoro sul territorio italiano – ha proseguito D’Oriano –  ma è chiaro che basta guardare oltre i confini nazionali per vedere che all’estero il geologo ed anche il geologo italiano è davvero considerato . Non dobbiamo mai dimenticare il significato di questa parola : geologo, di derivazione greca, colui che studia la Terra . Oggi dire che siamo arrabbiati è poco , siamo stanchi e incavolati neri ma pronti ad essere propositivi a collaborare ad un piano di rilancio del Paese”.

Dal Maggio scorso l’Italia non si  fa mancare nulla.

“Intanto il terremoto in una zona geografica, a torto, ritenuta scarsamente sismica e, per la verità, certificata a medio bassa sismicità  dagli stessi documenti ufficiali.  All’inizio sembrava – ha proseguito D’Oriano –  non ci fossero danni, poi è emersa la reale dimensione e  tragicità del disastro.  Lutti, abitazioni e luoghi di lavoro distrutti o fortemente compromessi. Il comparto produttivo di quell’area, uno dei maggiori in Italia, in ginocchio per molto tempo.Il sisma non ha prodotto solo distruzioni, è stato anche accompagnato da imponenti e sconosciuti, per quelle zone, fenomeni di liquefazione.

Da allora non si contano le dichiarazioni e gli interventi di esperti e non esperti. Si poteva o non si poteva prevedere? perché la classe sismica era bassa? cosa ha originato il terremoto? perché la liquefazione?

E ancora, se può essere assai verosimile che edifici storici di molti secoli di vita si sbriciolino come un castello di carte perché sono venuti giù anche capannoni artigianali o comunque produttivi, dove tra l’altro hanno perso la vita operai e titolari, relativamente recenti? Chi di noi non conserva nella memoria la sterminata fila di solai afflosciati su se stessi?”

 “L’Italia è sismica e, fatta eccezione per alcune molto definite zone della penisola, tutto il territorio è a rischio sismico. E siccome gli effetti al suolo – ha continuato D’Oriano –  non dipendono solo dall’energia ma anche dalla localizzazione dell’ipocentro e dalla durata non si capisce la ragione perché ci si ostini, ai fini pratici, a classificare il territorio suddividendolo in aree a differente rischio sismico.

Tutti sanno, anche gli amministratori locali e regionali dell’Emilia Romagna, quanto ci si dia da fare per avere un Comune in zona 3 piuttosto che 2 salvo dimenticarsene quando il terremoto si scatena e si contano morti e danni”.

Ed ecco la denuncia :

“Recentissimamente, nell’ambito della Conferenza delle Regioni – ha dichiarato D’Oriano –  su proposta dell’assessore di una regione Italiana, è stata approvata con il concorso di tutte le altre regioni Italiane nessuna esclusa, una mozione per ridurre l’obbligatorietà del controllo sui progetti anche in zona sismica. Questo è un fatto.

Qualche giorno fa è stato approvato dalle Camere il D.L. 85/12 “Misure urgenti per la crescita del Paese” all’interno del quale qualche anonima mano ha inserito alcune norme  con il solo scopo di aggirare due recenti sentenze del TAR Lazio che avevano reso giustizia alle competenze ed alla cultura geologica, che non starei a citare se non fosse che si è voluto richiamare la sicurezza quando invece ciò che si otterrà è esattamente il contrario. E questo è un altro fatto.

In queste ore, preparato in gran segreto come nelle migliori società segrete e mostrato solo a certi interlocutori e non ad altri, circola uno schema di articolato che modifica alcuni articoli del D.P.R. 380/2001. Ma, visto quello che succede, non era forse il caso di reinserire l’obbligatorietà della Relazione Geologica, fatta come si deve, anziché fare di tutto per evitare ancora una volta che questo importante contributo sia parte integrante di tutto il progetto? Gli Italiani possono stare contenti: avremo  morti “felici” di essere tali perché resi defunti all’interno di una modesta costruzione.

Qualcuno potrebbe pensare che questa riforma va nel senso della tanto auspicata semplificazione. Nulla di più falso, è solo la gretta ignoranza, la prosopopea e l’arroganza, di chi ritiene di essere depositario della scienza salvo non preoccuparsi se capannoni o abitazioni anche piccoli vengono costruiti in zone liquefacibili o con i solai semplicemente appoggiati. A questo si aggiunga che sempre nel segreto delle stanze ministeriali si sta lavorando alla modifica delle nuove NTC senza che sia richiesto un contributo a chi conosce e pratica le Scienze della Terra. E questo è un altro fatto”.

E sulla riforma delle professioni ? 

E’ noto a tutti infine come il Governo Monti abbia preso di petto la questione della riforma delle professioni regolamentate – ha continuato D’Oriano –  e all’inizio il Ministro Severino ha incontrato tutti i Consigli Nazionali con i quali ha instaurato un colloquio per forza di cose in divenire, incassando i complimenti di tutti.

I Consigli Nazionali, mi riferisco a quelli di area tecnica, si sono così messi all’opera e nelle settimane scorse hanno presentato una bozza del DPR che recepiva tutte le indicazioni emerse dalle normative emanate fra dicembre e gennaio.

Lo spirito di collaborazione reciproca si è però interrotto non so se per disposizione del Ministro o per iniziativa di qualche funzionario più zelante e quello che ne è uscito, anche in questo caso senza alcuna interlocuzione, è una vera e propria aberrazione giuridico e politica. Mi riferisco al tirocinio che viene reso obbligatorio anche per quelle professioni che non ce l’hanno e ciò in contrasto con la delega affidata al Governo e ai Consigli di Disciplina di livello Nazionale che si formerebbero prendendo i nomi fra i primi dei non eletti alle elezioni dei rispettivi Consigli Nazionali. Vi è poi da aggiungere che nella Relazione di accompagnamento della bozza viene esplicitamente detto che c’è stata concertazione con i Consigli Nazionali di area tecnica aggiungendo quindi alle cretinate scritte nell’articolato anche la falsità”.

“Io ho sempre pensato – ha concluso D’Oriano –  che almeno a livello di principi giuridici il Ministero ne fosse il depositario. Devo prendere atto invece che durante il mandato ministeriale di un insigne giurista quale è la professoressa Severino, viene preordinato l’istituto del mandato “non elettivo”: diventa infatti componente del Consiglio di Disciplina il “trombato” di turno.  E questo è infine un altro fatto.

Possiamo noi rimanere sereni e sorridenti di fronte a tanto scempio? Possiamo avere, nonostante tutto, fiducia nell’avvenire?

No che non possiamo. E infatti ne abbiamo piene le tasche di queste assurdità attraverso le quali si ha contezza di un apparato statale che andrebbe rivoluzionato fin dalle fondamenta.

Magra consolazione quella di doverci augurare che questa rivoluzione cominci davvero”.

 

Il comunicato stampa in formato pdf