Ricordo di Carlo Cattuto (7/10/1938-25/7/2013)

Ricordo di Carlo Cattuto (7/10/1938-25/7/2013)

di Corrado Cencetti, Consigliere CNG

Carlo_CattutoIl 25 luglio scorso ci ha lasciato Carlo Cattuto.

Siciliano di origine e Spoletino di adozione, Carlo era professore di Geomorfologia all’Università di Perugia. Fu, negli anni ’70, uno dei fondatori dell’allora “Istituto di Geologia” (poi diventato Dipartimento di Scienze della Terra), insieme con Roberto Colacicchi, Leonsevero Passeri e Giampaolo Pialli.

La sua attività didattica e di ricerca ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’Ateneo perugino. Di lui ricordo, tra gli altri, gli studi sulla Valle dell’Esino, in cui definì i rapporti tra lo sviluppo del carsismo della Gola della Rossa e l’idrografia superficiale; quelli sulla genesi e la stabilità del Colle di Perugia; quelli sull’evoluzione morfologica dei bacini del Chiascio e del Tevere; quelli sul “suo” Lago Trasimeno, che tanto amava, tanto da percorrerlo in barca a vela in lungo e in largo; tutti studi che rappresentano una pietra miliare nelle conoscenze geologiche del nostro territorio.

A Lui si deve l’istituzione del primo corso di laurea, a livello nazionale, in “Coordinamento delle Attività di Protezione Civile”, che ha tuttora sede a Foligno.

Esigente nei confronti degli Studenti, ma sempre disponibile verso di loro, era pronto ad accoglierne le richieste e a risolvere i loro problemi, e proprio per questo era profondamente rispettato e amato dai suoi allievi.

Speleologo fin da giovanissimo (aveva fondato il Gruppo Speleologico Spoletino) e Geologo esperto, era anche un professionista di rara competenza, serio e capace. Prima dell’istituzione degli Ordini Regionali, era stato Lui a tenere le fila tra i Geologi umbri professionisti e l’Ordine Nazionale.

Franco e leale con i colleghi, metteva sempre un incredibile entusiasmo in tutto ciò che faceva. Dotato di una mente vulcanica e intuitiva, aveva una capacità straordinaria di ridimensionare ogni problema e, con il suo fare, scanzonato e sempre ottimista, ti metteva dentro una serenità nell’affrontarli che è la vera forza delle persone amanti della vita, in tutti i suoi risvolti, belli e meno belli.

Con la morte della sua amata moglie, Lucilia Gregori, anche Lei Geologo e docente presso l’Università di Perugia, prematuramente scomparsa nel 2012, Carlo aveva subito un duro colpo, ma aveva reagito, come ci si aspetta da un uomo grande nello spirito e pronto a sostenere con forza le avversità della vita.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna e l’opportunità di essere suo allievo (anzi, il “suo allievo prediletto”, come usava definirmi), Carlo è stato sempre un punto di riferimento, umano e professionale e lo sarà per sempre. Un maestro di vita, oltre che di Geologia.

I suoi insegnamenti, il suo stile di vita, il suo modo di affrontarla saranno per tutti coloro che l’hanno conosciuto un esempio da seguire.

Leone Tolstoj diceva: “Moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice negli altri”.

Ora ci manca molto, ma le radici hanno attecchito e lo sentiremo sempre vivo tra di noi.