Alla vigilia dell’importante Assemblea Generale della Federazione Europea dei Geologi

 

Graziano: “Riconciliare la crescita economica con i limiti posti dalla natura è un’opportunità di ripensare il modello economico per l’Europa”

“Da geologi e da convinti europeisti auspichiamo che il riconoscimento della qualifica professionale di geologo sia istituzionalmente esteso alla nostra categoria professionale. Lo andremo a chiedere ai nostri rappresentanti appena eletti in seno all’UE, ai quali chiederemo anche di dare voce e sostegno alle istanze dei geologi europei. Se questa possibilità di riconoscimento dipenderà, come sembra, sulla condizione che ciascuna professione abbia un motivo imperativo di interesse generale, allora quella dei geologi è una battaglia già vinta”.  Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, alla vigilia dell’importante Assemblea Generale della Federazione Europea dei Geologi che tornerà a riunirsi a Palermo. Ben 22 delegazioni provenienti da quasi tutti gli Stati europei, oltre ad una delegazione statunitense, si riuniranno nella più antica residenza reale d’Europa , dimora dei sovrani di Sicilia e sede imperiale con Federico II, oggi sede del Parlamento siciliano, il più antico dei sistemi parlamentari d’Europa. La sede è quella del Palazzo dei Normanni a Palermo dove la conferenza prenderà il via Giovedì 29 Maggio alle ore 9. Energia, acqua, terremoti, materie prime ed alluvioni saranno i temi principali su cui gli esperti si confronteranno nella sola giornata del 29.  Il 30 tutte le delegazioni visiteranno i qanat arabi nel sottosuolo di Palermo.

“Adesso bisogna ripensare il modello economico.  Per quanto possa sembrare complicato – ha concluso Graziano –  la sfida che abbiamo di fronte, quella di riconciliare la crescita economica con i limiti posti dalla natura, è anche un’opportunità di ripensare il nostro modello economico e intraprendere la strada della crescita sostenibile e del benessere sociale.

Siamo sicuri che le Scienze della Terra abbiano avuto un ruolo progressivamente più rilevante e oggi vengono percepite da fasce sempre più ampie di popolazione per la capacità di dare risposte in termini di istanze di sicurezza nei confronti dei rischi naturali, di resilienza del territorio, di gestione delle risorse, di sviluppo energetico, di valorizzazione del paesaggio e del patrimonio naturalistico, di tutela dei beni culturali e di tanto altro ancora.

Questo lo si deve soprattutto all’attività di una comunità, quella geologica, che tra ricerca, scienza e professione si impone e si afferma con straordinaria autorevolezza.

Non possiamo però non rilevare che il nostro Paese abbia perso molta della sua capacità di competere con il resto del mondo per attrarre risorse, intelligenze e tecnologie. La competizione globale si gioca sempre di più sulla capacità di immaginare per tempo le necessità future, ma mentre alcune nazioni lo fanno da tempo, il nostro Paese, senza più rendite di posizione, ha sinora stentato persino a dotarsi di una prospettiva”. 

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