Scienze della Terra a rischio estinzione in Italia: i geologi lanciano l’allarme

A causa della riforma Gelmini stanno sopravvivendo solo 8 Dipartimenti. Gli accorpamenti sono stati fatti a casaccio. L’Emilia- Romagna ha chiuso tutto. Presto importeremo dall’estero anche i geologi. Però c’è una proposta di legge che giace in Parlamento e che potrebbe evitare tutto ciò: approvatela !

“Era il 7 Febbraio 2012 quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricevette al Quirinale, il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG). Quel giorno consegnammo al Capo dello Stato un appello “ Per un nuovo risorgimento delle scienze geologiche” sottoscritto, fra gli altri, da tutti i Rettori degli Atenei italiani, dai Presidi di Facoltà di Scienze, oltre che da migliaia di professionisti, ricercatori e cittadini. Come non ricordare anche la sua visita a Vernazza a pochi mesi dall’alluvione che duramente colpì le Cinque Terre. A quella visita partecipò il Consiglio Nazionale dei Geologi su invito proprio del Capo dello Stato. Il Presidente non ha dimenticato i geologi ed è stato tra i pochi ad incontrarci. L’augurio è che si possa andare oltre”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. Durissimo Graziano: “A breve l’Italia sarà costretta ad importare dall’estero anche i geologi. Dei 34 Dipartimenti di Scienze della Terra – ha proseguito Graziano – distribuiti in tutte le regioni  ne sono rimasti solo 8 anch’essi al limite della sopravvivenza perché fra pochi anni saranno cancellati anche loro. Nel Paese del dissesto idrogeologico e del rischio sismico e vulcanico, si assiste, nell’indifferenza generale, alla scomparsa di una disciplina”.

Le Scienze della Terra in ambito universitario sono state messe in drammatica difficoltà dalla cosiddetta riforma Gelmini (legge 240/2010) che ha posto rigidi vincoli numerici per la costituzione dei dipartimenti universitari”.

Accorpamenti fatti a caso.

“La cosa ancora più sconcertante è che gli accorpamenti sono stati fatti a caso nelle diverse sedi universitarie – ha continuato Graziano –  e i geologi oggi si trovano insieme, a seconda dell’Ateneo, ai biologi, ai botanici, ai fisici, ai chimici, ai matematici, agli ingegneri, ai forestali e la lista potrebbe proseguire. Per fare un Dipartimento universitario, senza alcun logico motivo, ci vogliono 40 professori e ricercatori della stessa disciplina. Ma le Scienze della Terra sono un’area disciplinare piccola e, in tutta Italia, i docenti del settore sono meno di un migliaio ed in costante diminuzione”.

In Emilia-Romagna tutti chiusi.

“Sono scomparsi o sono stati accorpati dipartimenti storici e prestigiosi, come quello di Bologna. In tutta la Regione Emilia-Romagna – ha concluso Graziano – con quattro Atenei statali, nessun Dipartimento di Scienze della Terra è sopravvissuto al terremoto – quello della legge, non quello vero.

Un gruppo di parlamentari ha depositato un progetto di legge per allentare i vincoli numerologici della Legge Gelmini e consentire la costituzione di Dipartimenti omogenei per settori disciplinari piccoli, come le Scienze della Terra.

Il progetto di legge N.1533 è all’esame della Commissione Cultura della Camera e ha incontrato il convinto sostegno di importanti istituzioni, della comunità scientifica e accademica.

Però tutto questo non basta. La burocrazia del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca pare non tollerare il benché piccolo rimedio agli errori del passato.

Alla prossima alluvione, al prossimo terremoto o alla prossima frana, tutti cercheranno i Geologi per risolvere la situazione, ma questi non ci saranno più.

Li dovremo importare dall’estero perché qui da noi, i numeretti dati a caso in una legge ne hanno determinato l’estinzione”.

Il Comunicato stampa in formato pdf