Approfondimento sull’attività sismica e vulcanica in area etnea

Alle ore 03:19 italiane del 26 dicembre 2018, nel basso fianco sud-orientale dell’Etna, si è verificato uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano. L’evento sismico, di magnitudo Ml pari a 4.8, Mw 4.9, è stato localizzato 1 km a sud dall’abitato di Lavinaio (CT), alla profondità di circa 1 km sotto il livello del mare. Il terremoto è stato ampiamente avvertito dalle popolazioni residenti in quasi tutto il comprensorio catanese, provocando danni ed alcuni feriti nelle aree più prossime all’epicentro. Circa un paio di ore prima, alle ore 01:09 italiane, il terremoto era stato anticipato da un’altra scossa, di magnitudo Ml 3.3, localizzata poco più a nord-est e alla stessa profondità (Fonte: INGVterremoti).

Con spirito di servizio, come sempre, il Consiglio Nazionale dei Geologi è pronto a mettersi a disposizione e a dare supporto al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, per quanto di competenza, per tutto ciò che riguarda la verifica dell’agibilità del territorio e del costruito. L’Italia si conferma ancora una volta un territorio particolarmente vulnerabile a tutti i georischi, in questo caso con un combinato del rischio sismico e vulcanico, evidenziando ancora una volta che non bisogna abbassare la guardia e perseguire una necessaria prevenzione anche attraverso pianificazioni a lungo termine.

(ansa) La foto della Nasa acquisita dal satellite mostra il pennacchio di cenere che si alza dal vulcano Etna. L’immagine risale al 28 dicembre scorso, due giorni dopo la violenta scossa di terremoto di magnitudo 4,8 – 02 gennaio 2019

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Geologi riportate sulla stampa, siti web, radio e TV:

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