Webinar “Rischi naturali: amianto e radon, pericoli occulti” Online le relazioni presentate

Webinar “Rischi naturali: amianto e radon, pericoli occulti”  Online le relazioni presentate

Il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Fondazione Centro Studi CNG promuovono un convegno nazionale sui rischi naturali “Amianto” e “Radon” per far luce sulla loro pericolosità occulta –  10 giugno 2022

Il radon come amianto, benzene e formaldeide è riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità nel gruppo dei gas cancerogeni. Manca una spinta informativa, per far capire l’entità di questi problemi.

Nello specifico il radon, un gas naturale che provoca oltre tremila tumori ai polmoni all’anno in Italia: è pericoloso come l’amianto ma in pochi lo conoscono. Quello del radon è un problema da ascrivere al campo dei rischi geologici: il gas proviene dal decadimento naturale del radio e dell’uranio contenuti nelle rocce e nel terreno e, se è sostanzialmente innocuo quando può disperdersi nell’atmosfera, diventa invece pericoloso se si accumula in un ambiente chiuso (il cosiddetto pericolo radon-indoor). In Italia si stima che ben 500mila abitazioni superino la soglia di allarme di presenza di radon, fissata dall’Unione europea in 300 becquerel (l’unità di misura creata ad hoc) per metro cubo.

La condizione geologica locale, l’interazione tra edificio e sito e l’uso di particolari materiali da costruzione naturali sono perciò gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell’influenza del radon sulla qualità dell’aria interna alle abitazioni ed agli edifici in genere.

Il radon è la seconda causa di tumori legati alla respirazione ed è un problema di ordine geologico, perché è un gas insito nel terreno e nelle rocce. Fino ad oggi però è stato gestito prevalentemente sotto l’aspetto medico, sanitario ed epidemiologico. La creazione di un team di lavoro che comprenda anche i geologi permette dunque di fare un passo avanti, dalla semplice cura alla prevenzione.

L’amianto è presente in una grande varietà di materiali da costruzione, rappresentando quindi un’emergenza per la tutela della salute della popolazione. È una minaccia sia per gli adulti che per i bambini visto che la fibra killer si nasconde ovunque intorno a noi: nelle scuole, negli ospedali, nelle biblioteche e persino negli edifici culturali.

A distanza di quasi 30 anni dalla legge 257/1992 che ha vietato l’utilizzo di questo materiale nel nostro Paese, sono ancora 6000 le persone che muoiono ogni anno di amianto in Italia e sono migliaia gli italiani che si ammalano di mesotelioma pleurico e di altri tumori polmonari.

Un problema quello dell’amianto che tocca da vicino, oltre che l’aspetto sanitario anche quello geologico, dal momento che si tratta di minerali fibrosi presenti naturalmente nell’ambiente. Secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto ci sono circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui 33 milioni compatto e 8 milioni friabile. I geologi sono esperti conoscitori del territorio in cui operano e in tal senso la conoscenza geologica può essere fondamentale per consentire l’identificazione e la mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere. Tali siti, utilizzati come zone di produzione in passato, costituiscono, tuttora, un potenziale pericolo per la diffusione delle fibre. Il geologo può quindi contribuire in maniera sensibile al processo di bonifica e di messa in sicurezza di tali aree.

L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto per l’assenza di un quadro conoscitivo omogeneo. A livello nazionale il quadro è fortemente diversificato non essendoci ancora un Piano nazionale amianto uniforme alcune regioni risultano più virtuose con uno stato di conoscenze più avanzate rispetto ad altre. Il Piemonte, ad esempio, è la prima Regione italiana ad adottare un protocollo per eseguire la mappatura dell’amianto presente in natura. Questo metodo permette di individuare le aree dove è più probabile trovare la presenza del minerale all’interno delle rocce con un margine di errore molto basso. L’Abruzzo, invece, si sta dotando di un Piano regionale per la difesa dai pericoli dell’amianto per lo smaltimento, la bonifica dell’amianto, la tutela della salute e dell’ambiente. Altri obiettivi del Piano sono il consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto e il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro in relazione al rischio

L’obiettivo di lungo termine è quello di arrivare a una legge quadro di gestione e prevenzione dei problemi legati a questi pericoli occulti “Amianto” e “Radon”.


Le relazioni tecniche presentate e scaricabili in formato pdf:

Vincenzo GIOVINE Consigliere Fondazione Centro Studi Consiglio Nazionale dei Geologi
Radon e amianto temi di natura geologica di interesse collettivo ambientale e sanitario

Matteo BENOZZO – Docente di Diritto Ambientale dell’Università degli Studi di Macerata e Fondatore di “B”, Società di Avvocati esperti in Salute, Sicurezza e Ambiente
Amianto e radon – Inquadramento normativo ed evoluzione legislativa nel nostro Paese

Domenico GUIDA – Direttore Consorzio inter-Universitario per la previsione e la prevenzione dei Grandi RIschi- C.U.G.RI
IL Radon: c’è chi ne parla…

Antonio PAGLIONICO – già Docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geo-ambientali dell’Università degli Studi di Bari “A. Moro”
I Rifiuti Contenenti Amianto da rischio ambientale a risorsa nell’Economia Circolare

Stefano ALBANESE – Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
La stima dei flussi superficiali di radon attraverso proxy geochimici e radiometrici. Il caso di studio della Campania

Sergio CAPPUCCI – Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali – ENEA
Esperienze dell’ENEA nella valutazione e gestione dei rischi naturali. Il caso dell’amianto – un approccio integrato ed innovativo per il superamento delle emergenze  – Per eventuali approfondimenti (CLICCA QUI)


Il programma dei lavori in formato pdf