Un anno fa a Saponara (ME) un’alluvione spezzò tre vite. Presidi territoriali e prevenzione a tutto campo: questa è la strada

“Luca era un bambino di 10 anni, oggi non c’è più e con lui mancano un ragazzo di 25 ed un uomo di 55 anni. Sono le vittime dell’alluvione che colpì Saponara , paesino del messinese di 4000 anime ,il 22 Novembre del 2011. Nella sola Sicilia dal 2009 ad oggi i morti per dissesto idrogeologico sono stati 40, per non parlare dei danni economici”. E’ il ricordo di chi il dissesto idrogeologico lo vive sul campo cercando di limitarne i danni come Michele Orifici, Coordinatore dei geologi della provincia di Messina e Consigliere Nazionale dei Geologi. Ed i numeri parlano chiaro: il 70% della Sicilia è a rischio idrogeologico.

“Un anno fa nuove tragiche alluvioni – ha proseguito Orifici ferivano la terra siciliana (messinese nord-orientale). I drammatici eventi elevarono univocamente l’assoluta imprescindibile necessità di intervenire con misure concrete sulla “difesa del suolo”; da ogni parte fu evidenziata la necessità di avviare misure di “prevenzione” per ridurre il rischio idrogeologico.

Al passar della tempesta torna la quiete”: questo l’amaro riscontro dopo la rabbia e la disperazione dei giorni immediatamente seguenti i tragici eventi. La speranza di un cambio di passo verso un’ampia pianificazione territoriale,attraverso l’attuazione di misure legislative specifiche e di investimenti programmati per la messa in sicurezza del territorio, svanisce nell’attimo in cui encomiabili proposte volte ad una diversa politica del territorio non si traducono in fatti concreti nei mesi seguenti”.

“Continuiamo a rappresentare in ogni sede l’esigenza di definire una nuova Legge sulla difesa del suolo, serve una semplificazione normativa nelle procedure di risanamento del territorio – ha proseguito Orifici – le risposte che rileviamo sono ad oggi insoddisfacenti sia per l’assente o scarso avanzamento di proposte legislative specifiche sia per gli insufficienti investimenti destinati alla prevenzione.

Il territorio è la più grande infrastruttura, la sua salvaguardia non può più aspettare,  non è più possibile prescindere dall’attuazione di misure rigide e ragionate finalizzate a garantire ad ampio raggio adeguati interventi nell’ottica di un concreto cambio di rotta. Solo quando la cultura della emergenza sarà radicalmente sostituita da quella della prevenzione potremo ritenerci soddisfatti”. 

Avanti con i Presidi Territoriali

“Il Consiglio Nazionale dei Geologi di concerto con la Protezione Civile e gli Ordini Regionali – ha proseguito Michele  Orifici, Presidente Commissione Protezione Civile del CNG  – intanto ha dato il via al proprio piano di prevenzione nazionale; un piano di azione e di informazione in ambito di rischio idrogeologico e sismico.

Tra le misure adottate quella di puntare all’attuazione dei Presidi territoriali idrogeologici che sono un valido strumento di previsione e prevenzione. In Sicilia, operativi da circa 3 anni a supporto della Protezione Civile Regionale, hanno dato risultati estremamente positivi. Il Consiglio  ha dato il via ad un  minuzioso lavoro con gli ordini regionali per promuoverne l’attuazione in tutta Italia formando nel contempo al meglio i geologi per la gestione di situazioni emergenziali. Si sta muovendo qualcosa ma è ancora troppo, troppo poco. È auspicabile, nell’ottica della efficace e invocata prevenzione, un intervento concreto da parte del nostro Governo, dichiarandoci nel contempo disponibili a fornire proposte per la definizione di specifiche norme”.

Ed infine: “con la recente Legge 100 relativa al riordino del sistema di protezione civile in Italia – ha concluso  Orifici – sono stati fissati, tra l’altro, in un massimo di 150 giorni i tempi connessi allo stato d’emergenza. Tale tempistica, senz’altro concepibile per l’eccessivo dilungarsi degli stati di emergenza dichiarati in passato, carica di specifiche incombenze e responsabilità le pubbliche amministrazione e pertanto essa non può prescindere da una riorganizzazione dei loro uffici di protezione civile”. “Con questa Legge, infatti, gli uffici di protezione civile avranno, tra l’altro, l’essenziale e delicato compito di pianificare ogni azione per la salvaguardia della popolazione, di presidiare il territorio, di individuare le criticità presenti, di studiare i rischi incombenti, di ampliare e di dettagliare costantemente ogni elemento utile alla pianificazione di protezione civile; attività che richiedono competenze specifiche nel campo dei rischi idrogeologici e naturali in genere e che necessitano di precise misure normative di agevolazione economica a favore dei comuni”.

Il Comunicato stampa in formato pdf

Viaggio a Saponara un anno dopo “E’ peggio di  prima”.  Guarda il video di Repubblica TV