A 50 anni di distanza un nuovo libro riscrive la storia di una delle più grandi tragedie: il Vajont

La tragedia del Vajont è figlia dell’uomo

“A 50 anni di distanza da quel drammatico 9 Ottobre del 1963 quando la tragedia che colpì, Erto e Casso, Longarone, spezzò la vita di migliaia di persone, la Fondazione Centro Studi del CNG e lo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi pubblicano un libro che andando al di là della verità processuale riscrive la storia di una delle più grandi tragedie italiane”. Lo ha affermato oggi, Gian Vito Graziano, Presidente del CNG, intervenendo a Geoitalia 2013 iniziata oggi a Pisa e dove fino al 18 Settembre resterà esposta una mostra fotografica inedita sul Vajont. Il libro-dossier sarà pubblicato dalla Fondazione Centro Studi del CNG. “Sappiamo bene che il libro solleverà polemiche. E’ la prima cosa a cui abbiamo pensato – ha affermato Vittorio D’Oriano, Presidente della Fondazione Centro Studi del CNG –  dopo la prima lettura del testo. Ma abbiamo pensato anche alle 2000 vite spezzate. A quelle che da allora non sono state più le stesse e che, ancora oggi, certamente si portano dentro un carico di dolore per noi inimmaginabile. E siamo tornati a Longarone, a camminare sui luoghi della tragedia e abbiamo avuto la consapevolezza della sacralità del luogo. La tragedia del Vajont, comunque la si metta, è figlia dell’uomo. Per onorare la memoria dei quasi duemila abitanti che persero la vita e di quanti ebbero, da quel momento, la vita stravolta, a cinquanta anni di distanza riteniamo si possa e si debba poter affermare che quella fu una tragedia figlia della troppa sicurezza di chi pensava di essere in grado di dominare gli eventi, della superficialità di coloro che magari intuirono lo sviluppo e la progressione della frana e fecero poco o nulla per arrestare i lavori, del fatalismo di coloro che pur avendo la consapevolezza della tragedia imminente poco o nulla fecero per allertare le popolazioni”.  “9 OTTOBRE 1963 – Che Iddio ce la mandi buona – LA FRANA DEL VAJONT – Memoria storica di una catastrofe prevedibile” questo è il titolo del dossier di Alvaro Valdinucci e Riccardo Massimiliano Menotti, mai pubblicato in 50 anni.

“Pubblicare questo dattiloscritto, che solo ora è giunto al Consiglio Nazionale dei Geologi grazie alla pervicacia del dott. Riccardo Menotti, ricercatore del CNR che con Alvaro Valdinucci ha collaborato alla stesura del testo – ha proseguito Graziano –  dopo che per tanti anni esso è stato deliberatamente rimandato al mittente da chi avrebbe invece potuto e dovuto diffonderlo, è stato prima di tutto un obbligo morale nei confronti della ricerca della verità, non solo di quella del Vajont, ma delle tante verità che in questo Paese non sono ancora emerse, legate a fatti tragici, ma sottaciute o rese segrete per presunti motivi di interesse generale e di sicurezza. Le verità possono far male, ma

alleviano il dolore di chi ha pagato il prezzo altissimo di aver perso i propri cari, le proprie cose e, come nel caso del Vajont, la propria identità e le proprie sicurezze. Sono tanti i figli di Longarone, di Erto e di Casso che hanno vista modificata la loro vita da quella terribile onda, che hanno deciso di andare via o di rimanere a vivere in un altra Longarone, perché questa non è quella Longarone, che hanno dovuto affrontare un’infanzia e poi una vita adulta molto diversa. Ma lo hanno fatto sulle loro spalle, pagandone interamente il prezzo, perché nessuno di questo li potrà mai risarcire. A loro il Consiglio Nazionale dei Geologi dedica la pubblicazione di questo inedito dossier, a loro va tutto l’affetto della comunità geologica italiana, che gli è debitrice”. 

L’intero Consiglio Nazionale dei Geologi, presenterà alla stampa il libro – dossier sul Vajont con una conferenza stampa che si svolgerà, il 6 Ottobre, proprio sui luoghi della tragedia , pochi giorni prima del cinquantesimo anniversario di quella terribile notte .

“Sono passati 50 anni e non deve restare nascosto più nulla – ha concluso Graziano –  neanche quelle zone grigie che non configurano più responsabilità giudiziarie, a tanti anni ormai dai processi e dalle sentenze che seguirono, ma entro le quali si individuano errori di valutazione e conseguenti decisioni sbagliate di funzionari dello Stato e di noti uomini di scienza”.

Il Comunicato stampa in formato pdf