I geologi non sono un lusso – Editoriale di Domenico Angelone

I geologi non sono un lusso – Editoriale di Domenico Angelone

Con la chiusura delle scuole per le vacanze estive già si pensa a settembre, a quando cioè i nostri ragazzi torneranno nelle loro aule per affrontare un nuovo anno di apprendimenti e di crescita intellettuale e con questo si torna a parlare di sicurezza e di scuole sicure.

Un patrimonio edilizio certamente vetusto, in un paese che raccoglie al suo interno tutte le manifestazioni endogene ed esogene che il pianeta terra può offrirci, una collezione interminabile di eventi naturali troppo spesso sfociati in tragedie che hanno purtroppo riguardato anche bambini e giovani studenti.

La spasmodica ricerca di una decodifica oggettiva ed inequivocabile di un impalcato normativo che da decenni ha cercato di disciplinare le regole del corretto costruire, come una corsa ad ostacoli tra miopie politiche, disinteresse per il bene comune ed interessi di lobby, ha portato a pochi successi ed a grossi fallimenti, sostituendo di fatto due principi che si pongono certamente al di sopra di ogni norma o sentenza, il buon senso e la moralità.

Sono proprio questi i principi ispiratori dei vari codici normativi, quella ratio che i giuristi pongono a sostituzione di vacatio legis ed ancora più in alto un principio filosofico che regge tutta l’esistenza, la moralità appunto.

Che la geologia in Italia venga posta in secondo piano nelle scelte programmatiche, nella gestione delle emergenze, nelle revisioni normative, nell’erogazione dei fondi per la ricerca è un fatto tanto innegabile quanto assurdo ed inspiegabile, che si colloca in un tessuto culturale di tolemaica memoria.

Ed allora quale meraviglia se si osserva il taglio dei dipartimenti di scienze della terra nel paese che è pari al Giappone per terremoti, pari alle Hawaii per vulcani, ad Yellowstone per supervulcani, detenendo un indiscusso primato in fatto di dissesto idrogeologico? Quale meraviglia se l’immoralità porta a realizzare fabbricati senza conoscere il sottosuolo e le possibili evoluzioni di esso in relazione all’interazione terreno-struttura? E si potrebbe continuare ancora…

La consapevolezza che il pianeta vive e si trasforma dentro e fuori, troppo spesso lascia il posto al qualunquismo ed alle approssimazioni intellettuali che diventano cause di effetti devastanti: la conoscenza volta alla mitigazione dei rischi non è un lusso, dare certezze di sicurezza non è una gentile concessione.

Dovrebbero saperlo bene a Campobasso tutto questo, dove oltre 3 milioni di euro sono stati impiegati per realizzare due nuove scuole dell’infanzia, dove saranno ospitati centinaia di alunni in tenera età in strutture realizzate in totale assenza di conoscenza, ed intorno alle quali monta la speculazione politica, pasto ghiotto per gli avvoltoi di qualsiasi ora.

Argomenti disciplinati dalla morale, si diceva, oltre che dalla legge, puntualmente disattesi ed orientati verso una assordante indifferenza ed arroganza sotto l’egida del delirio di onnipotenza. Si è detto di tutto, dal fatto che gli edifici sono stati realizzati nel perfetto rispetto della norma, al fatto che la conoscenza del sottosuolo e delle sue possibili evoluzioni era desumibile da siti vicini (come se fosse possibile diagnosticare una malattia visitando il fratello del paziente), al fatto che gli edifici potessero essere considerati di “modesta entità” costruttiva (una scuola??), fino alla discrezionalità del progettista nell’applicare le norme contenute nel DM 14.01.2008, in una inqualificabile commistione tecnico-politica.

L’amara verità è che quelle strutture sono state realizzate senza alcuna conoscenza geologica, che non riguarda esclusivamente la natura del terreno, ma le possibili evoluzioni di esso, connesso ai rischi derivanti dalle situazioni locali che rendono ogni sito diverso dall’altro: un esempio su tutte sono le manifestazioni legate alla formazione di cavità per erosione sotterranea, senza parlare delle solite amplificazioni sismiche locali dettate dalla presenza di coperture, l’esposizione ad altri rischi naturali, le scadenti proprietà tecniche dei terreni.

In perfetta coerenza con le disarticolate procedure fino ad oggi poste in essere, il superamento della barriera della morale avviene ope legis, in seguito cioè alla diffida che l’Ordine dei Geologi del Molise ha notificato all’Amministrazione Comunale, che si è vista costretta a rendere disponibilità nel sanare questa carenza progettuale, riconoscendo la distanza siderale tra iperuranio e materia volgare.

Una carenza che ex post comporta non poche problematiche, in quanto, di fatto, costituisce una carenza di conoscenza sulla quale sono state effettuate valutazioni, calcoli numerici e programmazioni: il rigore matematico basato sull’approssimazione.

Gli studi che seguiranno a struttura ultimata, si spera, possano confermare in pieno le scelte operate, perché nei due casi alternativi, sia che sussistano condizioni peggiori di quelle ipotizzate che migliori, avremmo speso o dovremmo spendere soldi pubblici sottraendoli ad altre necessità.

La difficoltà nell’affermare principi basilari secondo i quali in una società civile ogni individuo concorre al bene collettivo secondo le proprie inclinazioni, attitudini e capacità, costituisce un problema culturale non consentito ad un Paese che si definisce moderno. La consapevolezza che ogni professionalità è indispensabile alla crescita intellettuale e materiale, in sinergia con quelle affini per ambiti disciplinari, deve essere accettata come condizione di partenza e non come una imposizione normativa.

La storia ha lasciato tanti insegnamenti ma si continua a fare sempre le stesse cose aspettandosi risultati diversi.