In Liguria 470 chilometri ad elevato rischio idrogeologico

“Nonostante tutte le emergenze, in questo momento,  nessuna legge organica di governo del territorio vige in Italia. Ben 6 MLN gli italiani che vivono in aree a rischio idrogeologico. In 67 anni spesi più di 213 MLD di Euro”.

Antonielli : “In Liguria 470 chilometri ad elevato rischio idrogeologico”.

“Ben 470 chilometri quadrati sono ad elevato rischio idrogeologico e manca un Servizio Geologico. Ancora una volta la Liguria e’ in ginocchio. Bisogna rendersi conto che questo territorio fragile non e’ più in grado di sopportare eventi meteorici di una certa portata. La tutela del territorio deve essere una priorità e dunque bisogna cambiare l’approccio, la prospettiva. La tutela del territorio è una questione culturale e bisogna essere consapevoli del fatto che il dissesto idrogeologico ha un costo enorme”. Affermazioni dure quelle del geologo ligure, Giuliano Antonielli, oggi Consigliere Nazionale dei Geologi.

Ugualmente duro il Presidente Nazionale  Gian Vito Graziano

“Nonostante tutte le emergenze  in questo momento nessuna legge organica di governo del territorio vige sul territorio italiano. Oggi in Italia – ha affermato Graziano – sentiamo un ritardo politico-istituzionale, conseguenza del forte ritardo culturale, che si traduce nel rincorrere le emergenze, una dopo l’altra, ponendoci solo l’obiettivo di reperire le risorse economiche necessarie per ricostruire la zona colpita, dopo aver fatto il conteggio dei danni e purtroppo spesso anche quello dei morti”.

I numeri parlano chiaro.

“Dal 1944 ad oggi in Italia sono stati spesi più di 213 MLD di Euro per dissesto idrogeologico e terremoti , di cui ben 27 MLD solo dal 1996 al 2008 . Oltre al fatto che 6 milioni di italiani abitano nei 29.500 chilometri quadrati del territorio considerati ad elevato rischio idrogeologico e ben 1.260.000 gli edifici a rischio frane e alluvioni. Di questi sono 6000 le scuole e 531 gli ospedali . Questi sono dati proprio del Consiglio Nazionale dei Geologi. Chiediamo dunque allo Stato italiano, una legge organica di governo del territorio – ha continuato Graziano –  che ricostruisca la filiera delle competenze, metta in campo azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri bacini idrografici, ponga le base di una riforma urbanistica e che faccia tesoro di quelle esperienze positive che in alcuni casi hanno visto il geologo impegnato a fronteggiare la difesa del suolo accanto alle istituzioni governative.

Mi riferisco a quelle attività di presidio territoriale che hanno portato a fronteggiare situazioni di rischio idrogeologico prima del verificarsi dell’eventuale evento calamitoso, che poi spesso non si è verificato, e quindi non sempre e soltanto in fase emergenziale. Il problema investe, lo abbiamo visto, l’intero territorio nazionale ed anche  Roma non è esente da rischi idrogeologici e da fenomeni di dissesto idrogeologico come le frane, anche se meno eclatanti, localizzate soprattutto lungo i margini occidentali dell’alto di Monte Mario – Gianicolo, o interessanti i versanti più acclini delle valli, approfondite dal reticolo fluviale, anche queste innescate spesso dall’intervento dell’uomo”.

Investire in prevenzione significa anche creare lavoro .

“In un momento di crisi economica come questo non bisogna cedere alla tentazione di tagliare fondi, ma investire in un settore che e’ vitale per il Paese e che può diventare una risorsa.  Roosvelt – ha concluso il ligure Giuliano Antonielli –  che non era sicuramente un ambientalista ma certamente un grande Presidente, rilancio’ gli USA dopo il ’29 con il New Deal passando dalla sistemazione idrogeologica del territorio in cui trovarono lavoro 300.000 disoccupati”.

Roma, ottobre 2011

Il Comunicato stampa in pdf