Graziano : “ In un Paese dove non mancano dissesto idrogeologico e rischio sismico, si vorrebbero ridurre i Dipartimenti di Scienze della Terra e ridimensionare ulteriormente il Servizio Geologico Nazionale. In Italia il geologo non viene quasi mai ascoltato”
Ieri mattina, 7 Febbraio 2012, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale, il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) che ha consegnato al Capo dello Stato un appello “ Per un nuovo risorgimento delle scienze geologiche” sottoscritto, fra gli altri, da tutti i Rettori degli Atenei italiani, dai Presidi di Facoltà di Scienze, oltre che da migliaia di professionisti, ricercatori e cittadini sensibili alla problematica.
“In Italia c’è dissesto idrogeologico , c’è rischio sismico eppure si vogliono tagliare i Dipartimenti di Scienze della Terra dove nascono i geologi . Abbiamo rappresentato al Presidente, che negli ultimi anni ha richiamato più volte e con forza l’attenzione della politica alle problematiche connesse alle calamità naturali, la particolare contingenza in cui si trova l’insegnamento delle Scienze della Terra – ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del CNG – sia nelle scuole secondarie sia, e particolarmente, nelle Università, soprattutto dopo l’ultima riforma, che incide sulla sopravvivenza dei Dipartimenti, esclusivamente su considerazioni tecnico organizzative, quali il numero dei docenti strutturati. La conseguenza è che ora sono a rischio di chiusura Dipartimenti importantissimi e con una grande tradizione storica.
La diminuzione dei Dipartimenti – secondo alcune proiezioni ne rimarrebbero solo 7 su 38 – provocherebbe una contrazione sensibile anche nel numero degli studenti e dei laureati, che mai sono stati, per la loro specificità culturale, numerosi come in altre discipline, con grave pregiudizio per la sicurezza generale delle popolazioni dalle calamità e dai rischi naturali.
La necessità parte dalla consapevolezza che solo una sensibilità geologica ed ambientale diffusa, anche tra le generazioni più giovani, potrà, in futuro, produrre quell’attenzione alle pericolosità naturali che oggi, troppe volte, manca.
La cultura geologica e la conoscenza delle dinamiche evolutive del Pianeta possono consentire di accelerare un’auspicata consapevolezza da parte della politica, degli apparati tecnico-amministrativi ma, anche, della gente comune”.
Il Consiglio, inoltre, ha ragguagliato il Presidente della Repubblica circa:
lo stato del dissesto idrogeologico in Italia e l’applicazione delle leggi, nonché dell’iniziativa assunta dal CNG di predisporre, tramite una Commissione di altissimo profilo accademico e professionale, un documento per contribuire ad attualizzare, in un unico
- provvedimento di legge (legge quadro), le numerose norme succedutesi negli anni e che evidenziano qualche difficoltà per una corretta gestione del territorio. Il documento prenderà in considerazione l’istituzione, auspicata e già sperimentata in parte della Sicilia, dei presidi territoriali;
- lo stato della prevenzione dal rischio sismico (attraverso gli studi, sempre più numerosi sul territorio nazionale, di microzonazione sismica) con l’applicazione delle nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni e sui rapporti fra il Consiglio Nazionale, i Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
“Il Consiglio Nazionale dei Geologi, infine, ha sottolineato l’enorme lacuna che si è creata a seguito dell’ulteriore ridimensionamento del Servizio Geologico Nazionale – ha concluso Graziano – fiore all’occhiello dell’Italia di fine ottocento (con lo splendido stabile dell’”Ufficio Geologico” di Largo Santa Susanna a Roma, oggi in abbandono) che disperde un patrimonio di conoscenze, documenti e campioni di inestimabile valore economico, oltre che culturale.
In un’Italia che ha un bisogno immenso di conoscenza e prevenzione non è possibile ammettere la cancellazione di un patrimonio che non è solo dello Stato ma è anche della comunità”.
Roma, 8 febbraio 2012