Dalle risorse minerarie 4 MLD di euro . Nei prossimi 10 anni 1 MLD di euro per il geotermoelettrico e l’Italia discute ancora di come uscire dalla crisi

 

“Nella sola prima parte del 2012 nelle rinnovabili abbiamo avuto migliaia di nuovi occupati. Nel prossimo decennio nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti per circa 1 MLD di euro. Mentre l’Europa  mette la ricerca mineraria al primo posto e la geotermia al secondo posto delle strategie di sviluppo, l’Italia continua a discutere di come uscire dalla crisi”.  Lo ha affermato Gian Vito Graziano , Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

“Chiediamo al Governo  – ha proseguito Graziano – di inserire la geotermia a bassa entalpia nell’Eco – Bonus con la detraibilità del 65% .  Investire sulla geotermia significa peraltro puntare su produzioni di beni e di servizi a elevata qualità ecologica, promuovendo un’idea di benessere non più legata alla crescita del consumismo, ma allo sviluppo di consumi più equi e consapevoli”.

Puntare sul biossido di carbonio

“I geologi vogliono proporre soluzioni ai grandi problemi dell’Italia .

C’è da valutare un’altra grande occasione – ha continuato Graziano –  quella rappresentata dallo stoccaggio del biossido di carbonio (CO2), ottenuto dalla cattura nei camini di emissione delle centrali elettriche a combustibili fossili ed in altri grandi impianti industriali, nelle formazioni geologiche profonde o nei giacimenti esauriti di idrocarburi. Queste tecnologie di sequestro e stoccaggio di CO2, conosciute come CCS (Carbon Capture and Storage), sono anch’esse definite strategiche nell’ambito della politica energetica europea, in quanto necessarie a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, permettendo, secondo stime preliminari, la riduzione del 20% delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2020”.

Rilancio economico con geotermia e risorse minerarie . “ Questa potrebbe essere la terza rivoluzione industriale – ha continuato Graziano – perché la comunità europea sta puntando sullo sfruttamento delle risorse minerarie .  Oggi da settori come quello dei materiali  lapidei e della sabbia incassiamo 4 Miliardi di euro ma mentre il contributo percentuale delle materie prime al PIL nazionale diminuisce progressivamente discutiamo di come uscire dalla crisi. Va dunque rivista la legge quadro nazionale, in materia di risorse minerarie che è del 1927”   

I siti industriali dismessi e contaminati.

“Il contributo della geologia a questi grandi temi è enorme e non si limita alla geotermia – ha concluso Graziano –  ed alla ricerca di materie prime, ma si estende a tanti altri campi ed a quelli rilevantissimi dell’ambiente: si pensi ai tantissimi siti contaminati, la cui chiusura ha conseguenze sociali altissimi, oltre che costi anch’essi elevatissimi per l’economia ora nazionale, ora locale, che invece potrebbero essere utilizzati per produrre tecnologie.

Il soccorso della scienza permette di reindustrializzare i siti dismessi, intervenendo significativamente sul territorio, valorizzando le competenze professionali, mantenendo l’occupazione e ottenendo positivi effetti sociali.

Serve senza dubbio una politica di innovazione tecnologica capace di indirizzare l’attività mineraria sulle materie prime, ma anche sulle materie prime seconde, evitando di mandare a discarica una enorme quantità di materie prime.

Sappiamo ormai tutti che la crisi non si contrasta solo con tagli e sacrifici, ma anche con le idee, con le esperienze che discendono dalla cultura scientifica e con la capacità politica di metterle in pratica.

Noi geologi chiediamo meno e proponiamo di più, questo abbiamo cominciato a fare”. 

Il Comunicato Stampa in formato pdf