Il 6 Settembre nelle piazze d’Italia i geologi tra la gente

“Un Paese senza conoscenza e senza memoria è un Paese senza futuro. Il 6 Settembre per la prima volta scenderemo nelle piazze italiane per informare, per dare la possibilità alla gente comune di sapere cosa sia un geo-rischio.

Perché ci sono i Vulcani? Perché abbiamo i terremoti e le alluvioni? Chi è il geologo e cosa fa? Il 6 Settembre lo diremo direttamente ai cittadini”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “La casa in cui vivo è sicura, l’area in cui si trova è sicura? E la scuola che frequenta mio figlio – ha proseguito Graziano – è in zona sismica, è soggetta al rischio idrogeologico o a quello vulcanico? Sono queste alcune delle domande semplici che vorremmo che ogni persona si ponesse e che stimoleremo attraverso questa iniziativa. Esporremo carte geologiche, ma anche immagini degli eventi geologici del passato. La gente potrà vedere da vicino gli strumenti di indagine e di studio utilizzati dai geologi e stimoleremo l’interesse verso le tematiche connesse alla Geologia. Nelle piazze d’Italia sarà una festa, che coinvolgerà bambini e famiglie. Si potrà essere geologi per un giorno ed i più piccoli avranno l’opportunità di partecipare ad attività laboratoriali”.

Scenderanno in campo gli Ordini Regionali dei Geologi con postazioni in alcune delle principali piazze italiane (elenco su www.cngeologi.it ). Ed ecco che in contemporanea, mentre a Palermo il Presidente Nazionale Gian Vito Graziano con il coordinatore della Commissione Protezione Civile del CNG, Michele Orifici, sarà in piazza ad incontrare la gente, nelle stesse ore i geologi scenderanno in piazza in Abruzzo, regione colpita dal terremoto nel 2009 e lo faranno in Piazza  Salotto a Pescara. Nelle stesse ore i geologi saranno a Roma con un doppio appuntamento: alle ore 10 in Piazza San Silvestro e nel pomeriggio presso la “Casa della Cultura” V Municipio.  Ed ancora in Friuli Venezia Giulia a Grado, incrocio tra Largo San Grisogono e Viale Europa Unita  Ad Ancona i geologi saranno dalle ore 10 in Piazza Roma, a Termoli in Piazza Monumento, a Bari in Piazza del Ferrarese. Appuntamento con la gente anche in Sardegna ed esattamente a Nuoro in  Piazza Vittorio Emanuele – Giardini Monte Ortobene dalle ore 10. E poi in Piazza Mario Pagano a Potenza, al Vulcano Buono in Campania , in Piazza San Giorgio a Reggio Calabria, al Parco dei Celestini con due punti di appoggio in Via Orefici e Piazza Re Enzo in Emilia – Romagna, regione anch’essa duramente colpita da terremoto ed alluvioni. In Sicilia l’appuntamento con i geologi è alle ore 10 in Villa Sperlinga a Palermo ,in Toscana i geologi saranno a Firenze in Piazza della Repubblica, a Perugia in Piazza IV Novembre , ad Aosta in Piazza Emilio Chanoux, a Treviso in piazzetta Aldo Moro. Tanti eventi in contemporanea. Il 6 Settembre il contatto con la gente sarà diretto.

In Italia 24.000 edifici scolastici in zone a rischio sismico

“In Italia le scuole  che sono in zone a rischio sismico sono 24.000 – ha dichiarato Graziano – mentre 7.100 sono gli edifici scolastici esposti al rischio idrogeologico. Nel 2014 abbiamo avuto ancora vittime, danni alle infrastrutture molto importanti e le Regioni più colpite sono state Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia.

La stima della popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia è pari a 8.600.000 abitanti nello scenario di pericolosità idraulica media (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni), mentre i beni culturali esposti al medesimo rischio sono circa 28.500.

Il maggiore rischio sismico si concentra lungo la catena montuosa appenninica, in Calabria e Sicilia ed in diverse regioni settentrionali, come il Friuli, il Veneto e la Liguria. La popolazione che vive in aree ad elevato rischio sismico è di circa 24 milioni di abitanti, interessando il 46% degli edifici”.

E infine i vulcani: Vesuvio, Campi Flegrei, Etna, Stromboli, Vulcano, Marsili, ecc.

“L’Italia è fortemente esposta al rischio vulcanico, connesso alla possibilità del verificarsi sia di terremoti, sia di eruzioni. Non ci riferiamo solo ai vulcani caratterizzati da eruzioni frequenti, come l’Etna e lo Stromboli – ha concluso Graziano – ma anche a quelli, di gran lunga più pericolosi, dove i fenomeni eruttivi sono datati, ma che potrebbero dar luogo a fenomeni di particolare intensità in aree densamente abitate, come il Vesuvio o Vulcano. Senza dimenticare i vulcani sottomarini, alcuni dei quali attivi, come Marsili, Vavilov e Magnaghi, che sono concentrati nel Mar Tirreno e nel Canale di Sicilia”.

Il Comunicato stampa in formato pdf