A più di 6 mesi dalle alluvioni in Liguria, nulla è cambiato

“Il territorio è fragile e  non è più in grado di sostenere eventi atmosferici di una certa portata. Il problema è che bisogna cambiare completamente l’approccio con il territorio. Una corretta gestione del territorio è una questione principalmente culturale. Non è possibile che una Regione come la Liguria non possegga un vero Servizio Geologico”.

Duro, Giuliano Antonielli, geologo ligure e Consigliere nazionale dei geologi (CNG), intervenuto poco fa alla conferenza stampa dei presidenti degli ordini regionali dei geologi in corso di svolgimento proprio sui luoghi delle alluvioni che il 25 e 26 Ottobre hanno colpito Toscana e Liguria . L’evento è stato organizzato dagli Ordini regionali  della Toscana e della Liguria .

“Bisogna smetterla di rincorrere l’emergenza – ha affermato in modo netto Antonielli – e pensare ad una normativa per la difesa del suolo che consenta finalmente di programmare una strategia organica per i prossimi decenni.

La base di partenza c’è già ed è la L. 183/89, un’ottima legge, all’avanguardia per l’epoca, e che ha rappresentato una vera rivoluzione copernicana per quanto riguarda la pianificazione introducendo il concetto di “Piano di Bacino”.

Purtroppo negli anni lo spirito di quella legge è stato tradito ed i risultati sono sotto i nostri occhi. Troppo spesso ci dimentichiamo che tutte le attività umane sono possibili perché esiste un territorio, quindi bisogna ripartire dalla conoscenza di quello che sta sotto i nostri piedi e cercare di capirne il più possibile i fenomeni connessi. Solo in questo modo si può pensare ad una corretta gestione di questo che è il nostro bene più prezioso”. Prevenzione soprattutto in tempi di crisi economica.

“La corretta gestione e il ripristino del territorio, in questo periodo di crisi economica – ha concluso Antonielli –  può anche diventare, oltre che un fattore di sicurezza per i cittadini, un volano per l’economia creando nuove opportunità di lavoro come lo fu nel New Deal del Presidente Roosevelt. Si può partire da piccoli interventi, anche attraverso l’ingegneria naturalistica, di ripristino e recupero, ovviamente pianificati ed inseriti in un più ampio progetto complessivo di gestione del territorio, che a fronte di una spesa contenuta possono garantire risultati importanti nella difesa del suolo”.

Il Comunicato stampa in formato pdf