Ad un anno da Vernazza, per non dimenticare

Antonielli: “Bisogna smetterla di rincorrere l’emergenza. Pensare ad una normativa per la difesa del suolo”

“E’ passato un anno dal tragico evento che ha colpito lo Spezzino e la città di Genova e siamo qui a chiederci se qualcosa è cambiato, se è stato fatto qualcosa. Si, certamente qualcosa è stato fatto, i paesi sono stati ripuliti dal fango e dalle macerie, si sono iniziati i primi lavori urgenti.

Nel frattempo però si è verificata la frana sulla Via dell’Amore sicuramente diversa nella tipologia e nelle cause, ma che ha ancora una volta ha puntato il dito sul problema del dissesto idrogeologico del nostro territorio”.

Dichiarazioni importanti quelle di Giuliano Antonielli, consigliere nazionale dei geologi (CNG) e geologo ligure, ad un anno dalla tragedia che colpì la Liguria  “Quindi come un anno fa siamo a ripetere  – ha proseguito Antonielli – che bisogna smetterla di rincorrere l’emergenza  e pensare ad una normativa per la difesa del suolo che consenta finalmente di programmare una strategia organica per i prossimi decenni, che la base di partenza c’è già ed èla L. 183/89, un’ottima legge, all’avanguardia per l’epoca, e che ha rappresentato una vera rivoluzione copernicana per quanto riguarda la pianificazione introducendo il concetto di “Piano di Bacino”.

Un mio augurio è che l’anno prossimo di questi tempi si possa finalmente parlare di un processo consapevole  di tutela del territorio che  è finalmente iniziato.

Questo, bisogna sottolinearlo, non è solo ormai  un mio personale desiderio, ma una priorità  imprescindibile per il nostro paese”. Sulla stessa linea sono i geologi della Liguria.

“Nell’anniversario dell’ennesima alluvione in Liguria – ha affermato Carlo Malgarotto, Vice Presidente Geologi Liguria –  nonostante i numerosi proclami, la  prevenzione è ancora al palo. Ricordiamo che senza un piano organico non si otterranno risultati apprezzabili, il presidio del territorio inteso solo come ritorno all’agricoltura non è sufficiente, necessitano una più adeguata pianificazione territoriale, il rafforzamento dei servizi tecnici multidisciplinari degli Enti e, soprattutto, una conoscenza più approfondita delle pericolosità geologiche del territorio in funzione di eventi metereologici e sismici anche eccezionali, senza i quali non è possibile non solo non fare prevenzione, ma significa anche tarpare le ali ad una possibile crescita sociale ed economica che parta dalla salvaguardia del territorio. Noi siamo sempre a disposizione per aiutare Governo ed Enti Locali a trovare soluzioni e metodi,  chiamateci prima!”.

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