A 50 anni dal Vajont l’Italia continua ad essere un Paese “sordo”. Geologi ancora non ascoltati.

 

“La tragedia del Vajont  è figlia di omissioni e di superficialità  di chi avrebbe potuto mettere a disposizione importanti elementi tecnici di valutazione e non lo ha fatto e di Organismi tecnici dello Stato che colpevolmente non hanno garantito lo Stato, non hanno garantito cioè i suoi cittadini. Eppure già allora ci fu un geologo che capì, ma che si preferì non ascoltare. Nonostante i grandi passi avanti compiuti in questi 50 anni dalla moderna geologia applicata, l’Italia continua ad essere un Paese “sordo” che non ascolta i continui allarmi e che continua a non pianificare il suo sviluppo ed il suo territorio” . Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi . 

“I geologi  – ha concluso Graziano – hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al Paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l’Annuario ISPRA. 

Ribadisco quanto gia’ detto lo scorso Agosto, mentre l’Italia era ancora in vacanza e le piogge lontane:   “Si avvicinano i mesi di settembre, ottobre e novembre e aumenta in modo esponenziale il rischio che in qualche parte d’Italia, anche in funzione dei cambiamenti climatici in atto, si consumi una ennesima alluvione o una ennesima frana, che ci obbligherà ad un’altra drammatica conta dei danni e speriamo soltanto di questi”. 

Il Comunicato Stampa in formato pdf