A San Giuliano di Puglia in Molise, nasce il Museo Multimediale della Memoria del terremoto

Barbieri: “Un percorso multimediale che farà capire il come la mancata prevenzione possa portarci via la vita delle persone e le risorse di un territorio”.

Angelone: “Negli ultimi 230 anni si sono susseguite ben 40 leggi a tutela del corretto costruire eppure ogni terremoto, puntualmente, si trasforma in catastrofe”.

Mercoledì 25 Maggio –Inaugurazione Museo  ore 10 e 30 – Centro Culturale , Professionale Le Tre Torri – VIA DEI COLORI DELLA VITA –  a San Giuliano di Puglia – MOLISE

Ore 14 – Conferenza Geologi sul Rischio Sismico

“Nasce il  Museo Multimediale della Memoria del terremoto   a  San Giuliano di Puglia dove nel 2002 ben 27 bambini ed una maestra persero la vita nel crollo della scuola Iovine. Un’opera che abbiamo voluto al termine della ricostruzione perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”. Lo ha annunciato il sindaco di San Giuliano, Luigi Barbieri.

Non opere ma piattaforme multimediali, dalle simulazioni sismiche su edifici scolastici ai dati forniti in diretta dai tre sensori sismici installati a San Giuliano, ma anche Maestro Terremoto.

 “Il M3TE fonda le sue origini su una catastrofe umana e naturale. Per non dimenticare, nel museo è istituita una sezione specifica dedicata alla Memoria, al Sisma del 31.10.2002 e all’esperienza della ricostruzione, per progettare edifici sostenibili, sicuri e tecnicamente perfetti. E’ il primo centro culturale italiano – ha continuato Barbieri – nato per “ricordare”, “prevenire” e “intervenire”.  E’ un progetto innovativo e unico ideato, voluto e patrocinato da cittadini, associazioni ed istituzioni del territorio di San Giuliano di Puglia.

Non opere ma piattaforme multimediali. Le prime due racconteranno la vita, le tradizioni, i prodotti e le risorse del Molise ma attenzione perché la mancata prevenzione dai georischi ci fa perdere proprio tali ricchezze economiche, sociali e culturali. A ricordarcelo saranno  altre due piattaforme multimediali e lo faranno in modo concreto. A San Giuliano abbiamo installato ben 3 sensori sismici, di cui 2 sotto  edifici pubblici ed un altro dove esattamente sorgeva la scuola crollata. Questi 3 sensori sono in grado di trasmettere immediatamente dati in tempo reale alla Centrale Operativa della Protezione Civile. Tali dati però arriveranno anche sulla terza piattaforma multimediale del Museo, li vedremo. Sulla quarta piattaforma assisteremo addirittura a simulazioni sismiche su edifici scolastici. Vedremo come risponderebbe in caso di terremoto un edificio scolastico costruito con sistemi tradizionali e come risponderebbe invece un edificio scolastico costruito con isolatori sismici.

Maneggiando un touch screen gli studenti che visiteranno il museo, potranno dare vita al loro paesaggio da rispettare, mentre con Maestro Terremoto impareranno a non avere paura  del rischio sismico. Sarà proprio tale personaggio  a  spiegare agli studenti cosa sia un terremoto. Un percorso multimediale in grado di ricordarci l’importanza degli studi geologici, della prevenzione, della ricerca e del rispetto per l’ambiente in cui viviamo”. Mercoledì 25 Maggio sarà per la prima volta in assoluto, possibile entrare, visitare il museo, filmarlo, assistere all’intero percorso multimediale. Il tutto a pochi passi dal Parco della Memoria nato dove c’era la scuola.  A San Giuliano dunque un vero Network in ricordo di una generazione che non ha potuto vivere la propria vita ma anche per sottolineare l’importanza della prevenzione. Appuntamento per la stampa, Mercoledì 25 Maggio alle ore 10 e 30, con un grande ed irripetibile evento che vedrà la presenza delle autorità e dei geologi, in Via dei Colori della Vita a San Giuliano di Puglia.

E’ l’Italia che dimentica: la denuncia dei geologi.

“Negli ultimi 230 anni si sono susseguite ben 40 leggi a tutela del corretto costruire eppure ogni terremoto, puntualmente, si trasforma in catastrofe. Oggi in Italia continuiamo ad assistere a cose assurde – ha dichiarato Domenico Angelone, Consigliere Nazionale dei Geologi, già Presidente dei Geologi del Molise – come ad esempio a studi geologici che vengono firmati da chi non è geologo. L’Italia purtroppo ha sempre la memoria corta e dimentica facilmente le tragedie. Non dobbiamo dimenticare  ma dobbiamo investire in prevenzione. E’ importante andare, entrare nelle scuole e sensibilizzare i ragazzi. Oggi in Italia non riusciamo neanche a difendere, a tutelare i beni che rappresentano la nostra identità storico – culturale nel mondo. Scuole, edifici pubblici, centri storici e beni di grande valore sono spesso sensibili ai georischi. Si stima che tre milioni di italiani vivano in zone a elevata sismicità, soprattutto lungo la dorsale appenninica del Centro e Sud Italia (dalle Marche alla Calabria fino alla Sicilia), quasi 21 milioni in aree a media sismicità, più di 15 milioni e mezzo in aree a bassa sismicità e circa 20 milioni in aree a sismicità minima.

In Italia le risorse economiche impiegate negli ultimi cinquant’anni per i ripristini e le ricostruzioni post-evento dei terremoti, ammontano a circa 145 miliardi di euro. A ciò  si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale, nonché il pesantissimo contributo in vite umane.

Le istituzioni da sempre hanno investito pochissimo nella conoscenza del territorio e ancor meno nella prevenzione, ed anche quando si è investito in conoscenza, le risultanze sono state spesso disattese”.

“La rabbia dei geologi nasce dal ricordo sempre vivo delle vittime innocenti  – ha concluso Angelone – che hanno pagato un conto non dovuto: il risultato dell’indifferenza che troppo spesso ha prevalso sulla razionalità e finanche sulla moralità. Essere inascoltati nel momento della prevenzione e pianificazione comporta sempre, come ha comportato fino ad oggi,  catastrofi non degne di un paese che si ritiene moderno. Siamo consapevoli della impossibilità di azzerare il rischio ma sappiamo il perché,  sappiamo dove non è ragionevole insistere nella sfida cervellotica con una natura che non ci è nemica.  L’intervento post evento è l’antitesi della conoscenza, la negazione della scienza,  di quella scienza che ci ricorda ogni giorno come le dinamiche geologiche subcrostali e superficiali siano ben conosciute,  studiate e monitorate.  Dai Campi Flegrei all’Etna,  a San Giuliano di Puglia i geologi continuano a mettere a disposizione del Paese la propria conoscenza affinché si possa davvero giungere a dire non accadrà mai più.  I presidi territoriali,  il geologo di zona, sono solo alcune proposte che il consiglio nazionale dei geologi ha inserito nella carta per l’Italia, un documento programmatico per instaurare una vera politica di prevenzione”.

Il Comunicato Stampa in formato pdf