Care Colleghe e Cari Colleghi,
il 2013 è stato l’anno del Vajont, con mostre, eventi e pubblicazioni che hanno riguardato l’immane tragedia dell’ottobre 1963, culminato nel convegno di Longarone, uno dei momenti più alti per la nostra categoria, al quale hanno partecipato 500 geologi, un numero incredibile di testate giornalistiche televisive italiane e straniere e soprattutto la comunità locali di Longarone, Erto, Casso e Castellavazzo, per 50 anni trascurate, offese ed oltraggiate ancor più dopo la tragedia.
Ricevere ogni tanto una telefonata, ora persino gli auguri natalizi, dalla gente del luogo è stata la conferma di aver saputo dare un significato vero e profondo alla nostra presenza a Longarone, ricostruendo una immagine della geologia e dei geologi che si era tristemente compromessa in quel tragico ottobre del 1963.
Ma è stato anche l’anno in cui abbiamo celebrato mezzo secolo di attività legate ai geologi ed al loro Ordine, a partire da quel lontano 3 febbraio 1963 in cui lo Stato italiano definì, attraverso la Legge n. 112, i criteri per esercitare la professione di geologo, inserendola tra quelle regolamentate. Abbiamo voluto volgere lo sguardo al passato, per capire il presente, ma soprattutto per guardare al futuro di una professione che, nutrendosi di scienze e di nuove tecnologie, si è incessantemente evoluta e che non potrà mai sottrarsi dal garantire quelle forme di interesse pubblico, intimamente legate alla difesa del suolo, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, alla prevenzione dal rischio sismico ed allo sviluppo di energie alternative.
Il 2013 è stato poi l’anno in cui sono state portate a definitivo compimento le riforme volute dal legislatore con il D.P.R. n. 137/2012, dall’istituzione dei Consigli di disciplina nazionale e regionali, al varo delle nuove regole relative all’aggiornamento professionale, sino al tanto atteso e fortemente voluto decreto ministeriale che fissa i nuovi parametri in sostituzione della vecchia tariffa, pubblicato solo qualche giorno fa sulla Gazzetta ufficiale.
E’ un traguardo prestigioso per i geologi, ma è un risultato inimmaginabile se solo si pensi che nel 2011 si paventavano ancora l’abolizione degli Ordini professionali e la liberalizzazione totale all’accesso a professioni non più regolamentate, che avrebbero esposto non soltanto i professionisti, ma ancor più l’intera collettività, a gravissime ripercussioni in ordine, ad esempio, alla gestione del territorio.
La pubblicazione del decreto sui nuovi parametri chiude finalmente un interminabile periodo di incertezza e soprattutto di confusione, generato dall’abrogazione delle tariffe professionali, che inevitabilmente aveva finito per penalizzare, più di altre, le prestazioni tecniche specialistiche, come appunto quelle relative ai servizi tecnici di geologia, troppo spesso considerate marginali e dunque trascurate nei criteri di fissazione degli importi da porre a base d’asta.
La pubblicazione del decreto deve essere accolta con particolare soddisfazione dai geologi, nella consapevolezza che è un risultato raggiunto attraverso la posizione che ci siamo conquistati quotidianamente sul campo ed attraverso l’autorevolezza culturale che questo CNG, mi si permetta di sottolineare, ha saputo affermare nella difficile trattativa (perché di questo si è trattato) con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Tante altre sono state le battaglie condotte in questo 2013, tanti i traguardi raggiunti, ma molto di più sono quelli che dobbiamo ancora raggiungere, per sviluppare virtuosamente una professione ormai affermata, il cui esercizio richiede una peculiare e continua formazione culturale, scientifica e tecnica ed il cui valore etico risiede nella centralità nei confronti della società.
Il fatto che nel 2013 sia stato portato all’attenzione del Governo e del Parlamento una proposta di legge per l’istituzione di uffici geologici periferici è senz’altro una novità positiva, tuttavia non sfugga che questo stesso anno ha visto la categoria in forte sofferenza a causa di una crisi economica e culturale senza precedenti, che ha già causato, nel nostro come in altri Ordini professionali, un numero elevato di cancellazioni, soprattutto degli iscritti più giovani, sui quali, al pari delle fasce più deboli della società, si riversano le maggiori difficoltà nel trovare uno spazio in un mondo del lavoro in situazione di gravissima emergenza.
Una crisi che si declina in carenza di opportunità professionali, in una esigua richiesta di servizi, in un mercato del lavoro al limite della paralisi e nella particolare contingenza in cui si trovano le attività di ricerca e le Università, segno evidente di un declino culturale, oltre che economico.
Per contrastare questo stato di cose, soprattutto nel tentativo di aprire il più possibile i servizi professionali e di eliminare le maggiori limitazioni all’accesso, il CNG sta lavorando all’interno della Rete PAT (Professioni dell’Area Tecnica), nella quale in questi anni di lavoro comune e condiviso si è formata la forte consapevolezza che le battaglie difficili vanno combattute insieme, superando le antiche divisioni ideologiche sulle competenze professionali, che in questo momento apparirebbero quanto meno anacronistiche.
Per affrontare la difficile realtà non bisogna soltanto avere il coraggio di affrontarla, ma occorre soprattutto avere in mente una strategia, perseverando nell’obiettivo di saper garantire varie forme di interesse pubblico, nel nostro caso intimamente legate alla difesa del suolo, alle costruzioni, alla prevenzione dal rischio sismico, alla tutela dell’ambiente, alla conservazione ed alla salvaguardia del paesaggio, allo sviluppo di energie alternative e alle applicazioni delle nuove tecnologie.
Ci si sta spendendo insomma per investire in cultura in generale, ed in cultura geologica in particolare, che vorremmo si possa tradurre nel cogliere i nuovi sbocchi professionali che ci offre un mercato ancorché temporaneamente asfittico.
Non cogliere le opportunità che provengono dalle istanze ambientali, dalle energie rinnovabili e dalla geotermia in particolare, dalla nuova disciplina sulle terre e rocce da scavo, dalla certificazione energetica degli edifici e dal rinnovato mercato del turismo di natura ci farebbe trovare impreparati alla ripartenza del mercato, quando la morsa della crisi economica si sarà finalmente allentata.
La comunità nazionale ha necessità di professionisti che sappiano indicare strategie di sviluppo sociale ed economico e che portino innovazione. Ambiente, energia, paesaggio, beni naturalistici sono nuove frontiere e nuove occasioni di sviluppo e di sbocco occupazionale che dobbiamo cogliere, partendo dalle radici forti della tradizione scientifica, che è prerogativa irrinunciabile della nostra categoria, elemento di vanto, di fierezza e di consapevolezza delle nostre origini.
Farsi trovare preparati è un obiettivo imprescindibile ed è la direzione in cui sta operando il CNG, attraverso una collegialità sino a qualche anno fa del tutto sconosciuta, che sta consentendo di acquisire una visibilità politica, sociale e mediatica senza precedenti, attribuendo alla geologia quel rispetto e quel ruolo centrale che le spettano, ma che qualcuno ancora oggi si sforza di non riconoscerle.
Sono convinto che per gli anni futuri, nonostante le difficoltà non siano certo terminate, sapremo essere all’altezza della situazione, come in questo Paese sappiamo esserlo nei momenti più difficili, con il valore aggiunto dell’orgoglio di svolgere una professione straordinariamente affascinante. E’ il segno della nostra identità di geologi.
A tutti voi ed alle vostre famiglie, a nome del CNG e mio personale, auguro un buon 2014.
Gian Vito Graziano