Sentenza terremoto tra scienza, politica e società: le motivazioni che hanno portato alla condanna dei componenti della Commissione Grandi Rischi

Sentenza terremoto tra scienza, politica e società: le motivazioni che hanno portato alla condanna dei componenti della Commissione Grandi Rischi

Di seguito gli atti, i documenti,  le reazioni, i commenti, le  inchieste, gli speciali sulla sentenza dell’Aquila  tratte dalla rete.

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: il processo a L’Aquila (leggi lo speciale dal sito http://processoaquila.wordpress.com/)

Processo dell’Aquila: le motivazioni della sentenza confermano le accuse agli scienziati (leggi l’articolo pubblicato su Oggiscienza a firma di Simona Cerrato il 19 gennaio 2013)

Rai 3 – Presadiretta guarda la puntata  “Irresponsabili” del 20 gennaio 2013

INGV: Comunicato sulle motivazioni della sentenza de l’Aquila 18 gennaio 2013

INGV: Comunicato sulla sentenza del processo a L’Aquila

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Le reazioni dei giornali italiani all’indomani della sentenza

Sergio Rizzo, Il Corriere della Sera

Abbiamo capito perché la commissione Grandi rischi si chiama così. I Grandi rischi sono quelli che corrono i suoi componenti, come si deduce dalla sentenza che li ha condannati a sei anni di prigione per non aver previsto il devastante terremoto dell’Abruzzo. Qui non è in discussione il merito della decisione dei giudici, a proposito della quale va comunque ricordato che non esiste alcun precedente a livello mondiale. Ma le conseguenze di una tanto singolare interpretazione del concetto di giustizia non possono essere taciute. La più immediata è la delegittimazione della stessa commissione Grandi rischi, che stando a quella sentenza sarebbe formata da incompetenti assoluti. La più evidente è invece lo sconcerto planetario suscitato dalla notizia che in Italia esperti considerati responsabili della mancata previsione di un terremoto, a differenza dei loro colleghi giapponesi o americani che a casa loro non hanno evidentemente saputo fare di meglio, vengono spediti in galera per omicidio. La più preoccupante, tuttavia, è che d’ora in poi non ci sarà uno scienziato disposto a far parte di quella commissione, sapendo di poter andare incontro a pesantissime condanne penali per non aver indovinato il verificarsi di una scossa catastrofica […].

Stefano Cappellini, Il Messaggero

[…] Delle due l’una: o i condannati erano in grado di prevedere il terremoto, e in tal caso le pene comminate sarebbero fin troppo miti, oppure non erano in grado – loro come tutti gli esseri umani – e in tal caso non si vede quali «avvertimenti» avrebbero potuto offrire agli aquilani.
Comprendiamo bene il dolore di chi è stato devastato dal lutto, ma l’intera comunità scientifica – con l’esclusione di pochi personaggi in cerca di pubblicità – conferma che non era sufficiente il lungo sciame sismico che aveva flagellato l’Abruzzo per stabilire l’imminenza di una grande scossa.
Del resto, la caratteristica che accomuna tutti i teorici della prevedibilità dei terremoti, compresi i sedicenti profeti in prima persona, è di essere lestissimi a puntare l’indice a disastri avvenuti ma di essere meno loquaci quando si tratta di anticipare luogo, ora e intensità del sisma […].

Mario Tozzi, La Stampa

[…] Questa sentenza ci dice che sì, i terremoti italiani sono prevedibili e che si farebbe bene a evacuare intere regioni anche per minimi allarmi. E un domani non fossero disponibili quei testoni di scienziati ci si potrebbe affidare a santoni e divinatori, ché tanto nel paese abbondano. Ci dice altresì che i giudici italiani non hanno un’idea neppure pallida e lontana di cosa sia un terremoto da un punto di vista fisico e credono che si tratti di un fenomeno gestibile come il tempo di domani. Ci dice infine che è inutile fare prevenzione, costruire meglio e rinforzare quanto già esiste: non sfiora la mente dei nostri che un terremoto di magnitudo 6,3 Richter in un paese moderno non dovrebbe far crollare neppure un cornicione e che dunque è tutto l’anno che ci si dovrebbe dare da fare, non solo nel corso di uno sciame sismico perché comunque in quel momento è troppo tardi. Ci dice, infine, che da domani il territorio italiano, che è a rischio sismico al 50% (con punte del 100% in Calabria per esempio), va immediatamente militarizzato perché la popolazione deve essere pronta a evacuazioni ogni volta che si presentino condizioni simili a quelle aquilane. E che nessun esperto si prenderà mai più la responsabilità di guardare con obiettività i dati: sarà comunque obbligato a un allarme che almeno tenga lontano il carcere […].

Stefano Rodotà, La Repubblica

[…] La condanna è stata pronunciata per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali, con riferimento al fatto che la Commissione avrebbe dato informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità della situazione dopo le scosse che si erano registrate nei mesi precedenti al terremoto del 6 aprile 2009. Il punto chiave, allora, diventa quello delle modalità delle informazioni fornite e del modo in cui queste erano state elaborate. Un processo alla scienza, la porta aperta a qualsiasi ciarlatano che lancia allarmi senza un adeguato fondamento? La risposta è affidata alle motivazioni della sentenza, anche se gli elementi disponibili, messi in evidenza dalla requisitoria del pubblico ministero, orienterebbero le valutazioni piuttosto verso la frettolosità del lavoro della Commissione, le modalità del comunicato diramato alla fine della veloce riunione, la dichiarata volontà dell’allora responsabile della Protezione civile di utilizzare la Commissione per rassicurare la popolazione di fronte a un allarme ritenuto ingiustificato. Così delimitata la materia del giudizio, non sarebbe la scienza ad essere sotto accusa, ma i comportamenti specifici delle persone riunite d’urgenza in quella mattinata, di chi ha scritto il comunicato, di chi guidava la Protezione civile. Questa precisazione, tuttavia, non sarebbe sufficiente se si concludesse in modo sbrigativo che il rischio terremoto sfugge alla possibilità scientifica della previsione, sì che ricercare responsabilità individuali sarebbe una forzatura […].

Le reazioni dei giornali esteri  all’indomani della sentenza

Le reazioni del mondo scientifico

Le reazioni  delle comunità scientifiche all’estero

International Seismic Safety Organization: lettera al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano – 8 novembre 2012:

  • Atto d’accusa e sentenza di condanna in primo grado dei membri della “Commissione Grandi Rischi” (CGR) italiana – Il documento completo in formato pdf
  • Indictment and conviction of members of the Italian “Commissione Grandi Rischi” (CGR) – Full PDF document

La ONG americana Union of Concerned Scientists parla senza mezzi termini di una sentenza “assurda e pericolosa”

Pure nella vicina Svizzera Stefan Wiemer, responsabile del SED, il servizio sismico svizzero, si è detto sorpreso della vicenda dichiarando in una intervista che, in base alla sua opinione, è strano che i colleghi italiani siano stati condannati per come hanno informato del rischio terremoto. “In futuro dovremo comunicare con maggiore prudenza”, conclude Wiemer.

Di tenore totalmente diverso, invece, è il commento di Scientific American che sul proprio sito scrive come il processo non è stato fatto alla scienza, né alla scienza sismologica e neppure alle competenze (o incompetenze) degli scienziati. “Gli imputati”, scrivono dagli Stati Uniti, “sono stati accusati di aver dato informazioni ‘inesatte, incomplete e contraddittorie’ sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento”.

Le reazioni delle Professioni Tecniche in Italia

Le reazioni delle Professioni Tecniche all’Estero

Le reazioni dei politici

“Hanno ragione quelli che dicono che l’unico precedente a questa sentenza è quello di Galileo Galilei”. Così il ministro dell’Ambiente,Corrado Clini ha commentato la condanna in primo grado degli esperti della commissione grandi rischi. Parlando davanti alla Camera dei Deputati, il ministro ha aggiunto: “In questa vicenda è stata attribuita ad una valutazione scientifica un valore ordinativo. Questo è assurdo. Per questo ho ritenuto di non dover accettare le dimissioni di De Bernardinis”. (fonte TG1 Online)

L’esperienza dell’Aquila è stata traumatica per tutti. Oltre a quei 309 morti, ha messo in luce delle grandi insufficienze da parte di chi ha grandi responsabilità. Penso ai disastri idrogeologici, ma anche a come vengono costruite quelle abitazioni. Ci sono molte responsabilità politiche inerenti a scandali e corruzione. E, quando si parla di corruzione collegata alle morti delle persone, la cosa ci deve allarmare più di una sentenza che avrà un appello e la possibilità magari di trovare responsabilità diverse”. Così Alessandra Moretti, portavoce del comitato Bersani, ha commentato la sentenza di condanna nei confronti dei componenti della Commissione Grandi Rischi per il terremoto che devastò l’Abruzzo nel 2009, ad ”Agorà’, su Rai Tre. (fonte MeteoWeb)

Non si lenisce il dolore della gente massacrando degli innocenti. Esistono alcuni fenomeni che talvolta annunciano i terremoti e talvolta no. Se si dovesse fermare tutto ogni volta, avremmo uno ‘stop and go’ continuo di tutte le attività. Hanno sbagliato? Devono decidere gli scienziati non i magistrati”. Così Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, ha commentato la sentenza di condanna nei confronti dei componenti della Commissione Grandi Rischi per il terremoto che devastò l’Abruzzo nel 2009, ad ”Agorà’, su Rai Tre. ”Le responsabilità sono quelle di chi non ha costruito in regola – continua il vicepresidente della Camera – e anche delle classi politiche che, pur avendo fatto una buona legge sulla costruzione in zone sismiche, ha rimandato indefinitamente i tempi di applicazione”. (fonte MeteoWeb)

Di fronte a morte e distruzione, la gente può pensare che c’è la questione di un documento firmato con superficialità, ma questo non giustifica una condanna a sei anni”. E la conseguenza, prevede Maurizio Gasparri, sarà quella che “tutte le persone che hanno incarichi del genere li abbandoneranno oppure che prevarrà l’allarmismo, come è successo Roma con le polemiche tra Comune e Protezione civile sulla neve“, dice il capogruppo Pdl al Senato a proposito della condanna dei componenti della Commissione Grandi Rischi per il terremoto che devastò l’Abruzzo nel 2009, parlando ad Agorà su Rai Tre. (fonte MeteoWeb)

Le inchieste