“In Italia 725 comuni sono potenzialmente interessati da un alto rischio sismico, mentre 2.344 quelli a medio rischio. Nei primi risiederebbero circa 3 MLN di abitanti mentre nei secondi 21,2 milioni di abitanti . Il 40% della popolazione italiana risiede in zone ad elevato rischio sismico. Il 60% degli 11,6 MLN di edifici italiani a prevalente uso residenziale è stato realizzato prima del 1971. Dati che provengono dal rapporto sul territorio del Consiglio Nazionale dei Geologi ( CNG). “ In Veneto sono 551.473 gli abitanti che risiederebbero in zone ad elevato rischio sismico – stando al rapporto del CNG – mentre in Emilia Romagna ben1.308.443”.
“Anche oggi la natura ci ha ricordato di essere assolutamente libera ed indipendente. Questa mattina infatti il nord Italia ha vissuto attimi di paura a causa di una scossa di terremoto di magnitudo 4.9, con epicentro nel Reggiano – ha affermato Vittorio d’Oriano , Vice Presidente del CNG – che è stata avvertita nelle province di Parma e Reggio Emilia, ma anche a Milano, Torino, Genova, nel Veneto, in Trentino Alto Adige e nell’alta Toscana.
Fortunatamente non risultano esserci stati danni a persone o cose ma torna prepotentemente ad evidenziarsi la fragilità delle nostre aree urbane e, in generale, delle nostre costruzioni”.
“Il Consiglio Nazionale Geologi – ha proseguito d’Oriano – rileva come proprio in queste settimane la Conferenza delle Regioni abbia approvato all’unanimità una proposta di modifica dell’art. 94 e 104 del Testo Unico per l’Edilizia al fine di “snellire le procedure relative all’autorizzazione per l’inizio dei lavori nelle località sismiche, in modo da ridurre i tempi necessari per l’adeguamento antisismico degli edifici”. Ciò secondo tale proposta si otterrà sostituendo l’autorizzazione preventiva a modalità, per altro non specificate, di controllo a campione. Anche in questo caso si sostiene che ciò sarebbe fatto per la sicurezza dei cittadini.
Quale sia il maggior grado di sicurezza per i cittadini nulla è dato sapere.
Purtroppo anche in questo caso ci penserà la natura a ridimensionare scelte così poco coraggiose”.
Roma, 25 gennaio 2012