Paghiamo a caro prezzo uno sviluppo edilizio dissennato, che portò negli anni 70 e 80 a costruire edifici su edifici, a realizzare lottizzazioni su lottizzazioni, senza considerare la loro compatibilità con le condizioni geologiche del territorio.
Le ragioni dello sviluppo edilizio andavano di pari passo con quelle di un effimero sviluppo economico, mentre restavano inascoltate le voci di chi, i geologi tra questi, ne segnalava i rischi”. Lo ha dichiarato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi .
“Oggi quelle stesse voci segnalano che si può ancora fare qualcosa, che si può percorrere la strada di un altro tipo di sviluppo, quello della manutenzione, della mitigazione dei rischi, della pulizia dei fiumi e della rinaturazione. Ma segnalano anche – ha concluso Graziano – che ad ogni pioggia il Paese cade a pezzi, che non si può continuare a consumare suolo, che non si può perdere altro tempo. Il Paese però sembra sordo.
Forse è la nostra voce a non sapere gridare abbastanza, ma più probabilmente sono in troppi a non voler sentire, troppi anche quelli che non vogliono ammettere o non vogliono capire.
C’è bisogno che la gente comprenda che il dissesto idrogeologico è un’emergenza nazionale, che abbia uno scatto d’orgoglio e che pretenda con forza che si intervenga. E che non accetti l’attenuante che non ci sono soldi, perché quando si vuole i soldi si trovano, e non accetti che è tutta colpa dei cambiamenti climatici, perché sta solo piovendo.
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