I geologi portano L’Aquila a Roma

 

Nella Capitale tutti i sindaci dei comuni terremotati e le testimonianze dei sopravvissuti

Orifici: “L’Aquila è una questione nazionale. Molti paesi colpiti da un terremoto sono vuoti, privi della loro storia. Oggi in Italia l’80% dei Comuni ha adottato un Piano di Protezione Civile ma solo il 10 %  lo ha reso noto alla popolazione”.

Marta Valente: “Pensare alla ricostruzione delle persone e non solo delle case”.

Il 26 Marzo tutti nella Capitale

Ore 9 e 30 inizio Convention al Campidoglio. Alle ore 11 e 30 conferenza stampa.

“Rimasi più di 23 ore sotto alle macerie ma adesso basta! Dobbiamo pensare solo a puntare alla prevenzione. Io sono stata fortunata ed ora voglio trasformare questa fortuna in dono per gli altri. I miei sono stati 6 anni di recupero da tutti i punti di vista. Di recupero della vita, della normalità, della tranquillità. Io sono stata ben 100 giorni in ospedale ed ho dovuto avviare una lunga riabilitazione. Ed è stato proprio durante questo percorso che ho conosciuto un altro mondo, altri ambienti, a me totalmente estranei e lontani. Ambienti fatti di persone che soffrono e lottano ogni giorno. Ho imparato a conoscere queste storie, le loro storie”. Parla Marta Valente sopravvissuta a quella dannata notte del 6 Aprile del 2009 e la sua è una dichiarazione  viva, sentita.  “Io ho fatto una scelta precisa, di vita ed è stata quella di non lasciare l’Abruzzo – ha continuato Marta – di non scappare ma anzi di contribuire a cambiare le cose rimanendo e non andando via. Quella notte del 6 Aprile del 2009 ero studentessa a L’Aquila ed ho conseguito la mia laurea a L’Aquila. Oggi l’Abruzzo sta cambiando. C’è una maggiore attenzione alla prevenzione, ai restauri, alle ristrutturazioni, alla costruzione di case antisismiche. Prima purtroppo non era così”.  Per Marta bisogna andare oltre.

“Dopo una catastrofe non bisogna pensare solo alla ricostruzione delle cose ma soprattutto a quella delle persone. Lo Stato italiano però, purtroppo nel caso dell’Abruzzo non ha prestato attenzione alla ricostruzione delle persone e feriti e vittime non hanno avuto il riconoscimento dello status di terremotati, nonostante la nostra  Costituzione ponga al centro di tutto la persona”.  Per la prima volta, a distanza di 6 anni, Marta Valente parlerà alla comunità dei geologi e lo farà a Roma, in pubblico, dinanzi a tutti i sindaci dell’aquilano, ai parlamentari, agli ambasciatori dei Paesi stranieri, ai rappresentanti del Governo italiano.  Lo farà il 26 Marzo al Campidoglio per il Premio di Laurea dedicato agli studenti “caduti” a L’Aquila ed indetto dall’Associazione Vittime Universitarie del Sisma 6 Aprile 2009  (AVUS), dal Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) e dalla Fondazione Centro Studi del CNG.

“Auguro a quel ragazzo o ragazza che vincerà il Premio di Laurea – ha concluso Marta –  dedicato agli studenti “caduti” a L’Aquila di cogliere la bellezza della vita anche nei momenti di grande difficoltà e chiedo di mettere sempre al centro della propria azione e del proprio lavoro  la persona”.

I geologi dunque portano L’Aquila, con tutti i suoi argomenti, tutti i suoi temi, a Roma nel cuore del potere politico. Nessuna commemorazione, nessun anniversario ma tutti saranno a Roma. Ci saranno tutti i sindaci del cratere, i cui paesi sono stati colpiti dal sisma e ci saranno i genitori degli studenti i cui sogni sono volati via con loro quella stessa notte, ma ci saranno anche i rappresentanti del Governo e parlamentari.

“Abbiamo voluto fare uscire L’Aquila da L’Aquila e portarla a Roma – ha affermato Michele Orifici Coordinatore della Commissione Protezione Civile del CNG – perché L’Aquila è una questione nazionale. C’è la prevenzione che è essenziale al fine di salvare vite, infrastrutture, beni culturali e c’è il tema del tessuto sociale di tutti quei paesi, quei comuni colpiti da un terremoto.  In Italia molti di questi paesi hanno perso la loro identità, sono vuoti e sono stati privati di quella che fu la loro storia, la loro cultura, il loro modo di vivere. Tutto ciò anche perché in questi anni non c’è stata la prevenzione. E c’è un dato significativo: l’80% dei Comuni Italiani ha adottato il Piano di Protezione Civile ma solo il 10% lo ha reso noto alla popolazione. Quasi tutti i comuni italiani hanno un Piano di Protezione Civile ma continuano a conservarlo nel cassetto ed allora dobbiamo capire che è essenziale parlare alla gente e dire come comportarsi in caso di un terremoto e mettere in campo tutte quelle azioni che sono parte integrante della prevenzione. Solo così riusciremo a limitare i danni”.

Il giornalista Umberto Braccili ha raccontato le storie degli studenti aquilani nel  libro “Macerie dentro e fuori” grazie alle cui vendite è stato possibile finanziare  il Premio di Laurea  “AVUS 2009”.  “Abbiamo girato tutte le Università italiane parlando ai giovani di oggi che saranno scienziati , amministratori, sindaci – ha concluso Michele Orifici – affinché l’Italia possa un domani non troppo lontano comprendere l’importanza della prevenzione, delle geoscienze. Lo abbiamo fatto con Sergio Bianchi, Angelo Lannutti che a L’Aquila hanno perso i loro figli. Grazie a loro, al loro dolore, al loro sacrificio è stato possibile realizzare il Premio di Laurea. Il 26 Marzo, a Roma premieremo uno studente o studentessa che avrà presentato la migliore tesi sulla prevenzione sismica e sul rischio sismico. Ci sono giunti molti lavori e tutti di grande qualità a dimostrazione di un Paese ricco di menti che rischiano però di andare a lavorare all’estero”.

Il Comunicato Stampa in formato pdf