Il Consiglio Nazionale dei Geologi oggi lancia la Giornata Nazionale sui Georischi

 

Graziano: “Lanciamo da Stava (Trentino) la Giornata Nazionale sui Georischi in tutta Italia. Il 6 Settembre scenderemo in mezzo alla gente con gazebo e materiale informativo per spiegare ai cittadini cosa sono i georischi, come conviverci, come comportarsi in caso di alluvioni o terremoti. Vogliamo far sapere, conoscere, informare”.

E domani – Giovedì 16 Luglio – geologi e cittadini saranno sulle vette delle Dolomiti, raggiungeranno il Sentiero della Memoria.

Alle 17 – mostra dedicata al disastro di Stava presso la Fondazione Stava

“Il Consiglio Nazionale dei Geologi oggi lancia la Giornata Nazionale sui Georischi. Il 6 Settembre saremo in tutta Italia, in alcune delle principali piazze italiane per scendere in mezzo alla gente e spiegare direttamente ai cittadini cosa è un georischio, quale è l’importanza della Geologia, perché non si può costruire una determinata opera in un determinato posto. Mai più Stava, mai più il Vajont, mai più Sarno e l’elenco potrebbe ancora continuare”. Lo ha annunciato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), aprendo questa mattina al Palafiemme di Cavalese la convention nazionale sul trentesimo del disastro di Stava, voluta dal CNG e dalla Fondazione Centro Studi del CNG, presenti i familiari delle vittime, geologi da tutta Italia, gli esperti che alla fine degli anni ’80 furono i periti di parte civile nei processi che seguirono.

I GEOLOGI SCENDONO IN PIAZZA

“I geologi hanno deciso di scendere in campo per dire al cittadino cosa è il rischio idrogeologico – ha proseguito Graziano – cosa è il rischio vulcanico o il rischio sismico ma soprattutto come comportarsi in caso di alluvione, terremoto. In Italia si muore soprattutto per i comportamenti sbagliati che il cittadino assume durante un alluvione. Alle persone diremo come convivere con questi georischi e cosa significa fare prevenzione anche con piccoli gesti quotidiani”. Gazebo dei geologi in tutta Italia con materiale video e cartaceo ma soprattutto con centinaia di ricercatori, esperti che parleranno direttamente alla gente. “Parleremo di Geologia – ha continuato Graziano – di georischi ma anche delle georisorse del Paese”.  A Stava il 19 Luglio del 1985 persero la vita  268 persone di cui ne furono riconosciute solamente 198 mentre le restanti 47 non furono mai identificate. I dispersi in tutto furono 23. Solo 15 i feriti e le persone estratte vive dalle macerie: la violenza e la velocità della colata di fango non concessero scampo.  Morirono 28 bambini con età inferiore ai 10 anni, 31 ragazzi che avevano meno di 18 anni, 89 uomini e 120 donne di 64 comuni, 23 province di 11 regioni italiane. Il numero esatto dei morti fu accertato solo ad un anno dalla tragedia. Ben 18.000 uomini furono messi in campo per i soccorsi di cui oltre 8000 Vigili del Fuoco Volontari del Trentino. Stava, la tragedia dimenticata 22 anni dopo il Vajont, fu invece un dramma nazionale.

“Stava è una tragedia che pochi italiani conoscono, eppure fu l’ennesimo atto di tracotanza tecnica, politica ed economica che finì per provocare 268 morti. Il processo penale che ne seguì accertò che la costruzione dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel era avvenuta in spregio a qualsiasi criterio e raccomandazione progettuale – ha concluso Gian Vito Graziano – nell’assenza di una relazione geologica e di un qualunque minimale accertamento di natura geologica, che avrebbero certamente cambiato il corso degli eventi.

Scopriamo che in oltre 20 anni di attività    le discariche della miniera non erano mai state sottoposte a serie verifiche di stabilità e quando nel 1975 vennero sottoposte ad un controllo tecnico, risultarono già al limite del collasso”.

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